Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, e` stato il cantautore più eccentrico e personale
della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili:
allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e
bizzarro, e` riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente.
Jannacci e` anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle
periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e
toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale.
“Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi
capelli o telegrafisti dal cuore urgente.
Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato
e “ricantato” da Elio.
Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio
cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra
carovana sonora: Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al
basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono, Giulio Tullio al trombone. A loro toccherà il
compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese
con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di
compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco
Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra.
Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non e` una persona seria”.
- Anno
- 2023
- Genere
- TEATRO
- Regia
- Giorgio Gallione
- Attori
- Elio